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Un giorno del 1662 Jacob Kuisl, boia di Schongau, svuota la farmacia di casa, mette nella sacca oppio, arnica e iperico, e sale sulla prima zattera diretta a Ratisbona, la città imperiale dove risiede sua sorella Lisbeth, gravemente malata. Dopo mille traversie giunge a casa della sorella, ma quello in cui si imbatte è agghiacciante anche per il cuore duro di un boia. Nell'ultimo cubicolo del bagno, Lisbeth e consorte giacciono in una tinozza e sembrano immersi nel loro stesso sangue, Lisbeth con un taglio alla gola che gli sorride come una seconda bocca, Andreas, il marito, con una ferita al collo così profonda che la testa è quasi staccata dal busto. Kuisl non ha nemmeno il tempo di piangere, che si ritrova circondato da un drappello di cinque guardie comandate da un uomo che gli sguaina la spada contro, si arriccia i baffi e, indicando i due cadaveri, gli dice: «A quanto pare sei proprio nei guai, bavarese». Alla figlia del boia, Magdalena, e a Simon, il suo impavido compagno, spetterà il compito di tirare Kuisl fuori dai guai, con l'aiuto di Nathan il Saggio, il re dei mendicanti di Ratisbona, il signore del regno della notte dai denti d'oro.